Thomas Pynchon - L'incanto del lotto 49 The Crying of Lot 49 [1965] ... Koteks guardò a destra, poi a sinistra, quindi scarrellò piú vicino con la sedia. - Lei conosce la Macchina Nefastis? - Oedipa si limitò a sgranare gli occhi. Bene, e' stata inventata da John Nefastis, che attualmente sta su a Berkeley. John è uno che inventa ancora. Ecco qui. Ho una copia del brevetto -. Tirò fuori da un cassetto un mazzo di fotocopie con le immagini di una scatola che aveva all'esterno il ritratto schematico di un vittoriano barbuto, e dalla cui sommità spuntavano due pistoni collegati a un albero a manovella e a un volano. - Chi è quello con la barba? - chiese Oedipa. James Clerk Maxwell, rispose Koteks, un famoso scienziato scozzese che fra le altre cose aveva postulato l'esistenza di una minuscola intelligenza nota come Demone, o Diavoletto di Maxwell. Il Diavoletto poteva stare in una scatola fra le molecole d'aria che si muovevano tutte a diverse velocità fortuite, e dividere le molecole veloci da quelle lente. Le molecole veloci hanno piú energia di quelle lente. Concentrandone a sufficienza in un punto, si avrà una zona di temperatura elevata. Dopodiché, si può usare la differenza di temperatura tra la zona calda e qualunque zona piú fresca della scatola per alimentare un motore a calore. Dato che il Diavoletto non faceva altro che stare li e fare la cernita, non sarebbe stato necessario introdurre nel sistema nessun vero lavoro, e cosí si sarebbe violata la Seconda Legge della Termodinamica ottenendo qualcosa senza far niente, ottenendo il moto perpetuo. - Ma la cernita non è un lavoro? - chiese Oedipa. - Vada un po' a dirlo in posta, e si ritroverà in un sacco postale indirizzato a Fairbanks in Alaska, senza nemmeno l'etichetta FRAGILE. - È lavoro in senso mentale, - replicò Koteks, - ma non in senso termodinamico -. Proseguì spiegando che la Macchina Nefastis conteneva un autentico Diavoletto di Maxwell. Bastava guardare la foto di Clerk Maxwell e concentrarsi sul cilindro, il destro o il sinistro, entro cui si voleva che il Diavoletto elevasse la temperatura. L'aria si sarebbe espansa spingendo un pistone. La celebre foto della Società per la Propagazione della Conoscenza Cristiana, che ritraeva Maxwell di profilo destro, sembrava la piú efficace. Oedipa si guardò bene attorno dietro gli occhiali, cercando di non muovere la testa. Nessuno faceva loro caso: il condizionatore continuava a ronzare, le macchine da scrivere IBM spulciottavano, le sedie girevoli cigolavano, voluminosi manuali tecnici venivano sfogliati e risfogliati, mentre lassú i lunghi e silenziosi tubi fluorescenti tripudiavano di luce: alla Yoyodyne tutto era normale. Salvo li dove Oedipa Maas, fra altre mille persone da scegliere, aveva dovuto, senza coercizioni, presentarsi in presenza della follia. - Ovviamente non tutti possono farla funzionare, - le stava dicendo Koteks, che si era scaldato nella spiegazione. - Solo chi ha il dono. I «sensitivi», come li chiama John. ... Einaudi, Torino, 2005, Stile libero , pag. 178, cop.fle., dim. 120x195x11 mm , Isbn 88-06-17858-X, Traduttore Massimo Bocchiola [ Wikipedia ] |