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Popol Vuh di Piero Scaruffi (da: Enciclopedia della Musica New Age, Elettronica e Ambientale)

I Popol Vuh si costituirono alla fine degli anni '60 attorno al testierista Florian Fricke, attivo anche in campo cinematografico.

Con il primo disco, Affenstunde, il gruppo (che a quell'epoca era soltanto un trio con Holger Trulzsch alle percussioni e Frank Fiedler ai sintetizzatori) si inserirì nel filone della musica cosmica dei Tangerine Dream ma evidenziando subito un vizio di spiritualismo che li distingueva dal resto dei compatrioti. Quel disco fu il primo realizzato da un gruppo di musica rock utilizzando il grande Moog (non il mini-Moog).

Il successivo In Den Garten Pharaos segnò un allontanamento ancor più radicale dai clichè della musica cosmica. La title-track inizia in un clima apocalittico con un'enfatica ouverture di organo e coro alla King Crimson, ma le percussioni (via via meno lineari, fino a sfociare in un crescendo psichedelico di rumori frenetici) e il protrarsi ad libitum di quel "muro" organistico rendono disumana, e sovrumana, quell'immane ralenti. In questo modo Fricke fonde il caos epico di A Saucerful Of Secrets (percussioni assordanti più coro spettrale) e l'estasi del mantra indiano.

Vuh è invece un capolavoro di spiritualismo atmosferico e celestiale, che, rinnegato definitivamente il tribalismo "nero" del rock teutonico, abbraccia invece una forma di musica liturgica umile e solenne: un rumore d'acque fruscianti, un vocalismo elettronico che fluttua inerte e atemporale, un fitto tappeto di tabla e sibili galattici che si libra in un tripudio di note paradisiache. Il cerimoniale procede lentamente, ai ritmi millenari del cosmo, in un senso inquietante di vuoto. La musica di Fricke esplora antri metafisici, protesa verso l'essenza delle cose, alla ricerca del suono interiore di cui favoleggiano i guru orientali.

Il nuovo corso viene inaugurato in grande stile dalla messa Hosianna Mantra. La liturgia di Fricke prevede di rinunciare all'elettronica magniloquente dei Tangerine Dream e di riscoprire un tono più intimo e raccolto, rifondando in tal modo la musica cosmica come armonia universale invece che schizzo di fantascienza, come fioretto francescano invece che ciclone sinfonico, e in definitiva come musica di catarsi, infinitamente umana. Quello di Fricke è un misticismo acustico che accosta antico e moderno in una sorta di musica per catacombe spaziali.

L'equilibrio miracoloso di Hosianna Mantra fra sacro e pagano, liturgico e laico, futuribile e primitivo, non ha precedenti nella storia della musica popolare (non certo l'ingenua messa degli Electric Prunes): fra cherubini che suonano Chopin e fachiri minimalisti, canti gregoriani e soprano in trance, Fricke (piano) e i suoi cinque collaboratori di formazione classica (Conny Veit alla chitarra, Robert Eliscu all'oboe, Fritz Sonnleitner al violino, Klaus Wiese alle tamboura, e la soprano coreana Djong Yun) tessono un'atmosfera sognante e cristallina, esile ed evanescente, profumata e ammaliante. La formazione è di fatto un piccolo ensemble da camera.

Il crepitio emotivo degli strumenti e le melodie lente e trasparenti concorrono al restauro dell'ordine naturale, nel nome di un revisionismo che ripudia la violenza come strumento di liberazione e tende invece all'estasi immanente.

Ah! apre l'oratorio sulle note intense e scarne del pianoforte, che dialoga quasi in lontananza con il cembalo e il violino, fino a costruirsi uno schema compiuto che poi ripete con infinite variazioni. Il Kyrie è cantato su un registro di bisbiglio onirico e i suoi versi struggenti affondano in una pioggia rarefatta di tamboura, piano e oboe. Il mantra eponimo è un crescendo nervoso di accordi paradisiaci che fluttuano senza coesione, dominati dalle frasi melodiche dell'oboe. Ancora l'oboe è lo strumento guida dell'Abschied, proteso in una accorata melodia che è ancorata al tema di danza rinascimentale eseguita al rallentatore.

Ma in Segnung e Nicht Noch im Himmel si torna al rarefatto accompagnamento "free-form" per il canto dimesso della soprano, librato in preghiere sempre più umili e liriche (in particolare la seconda, il ghirigoro più celestiale e onirico del disco), a cui si alterna talvolta la chitarra. La melodia è ridotta all'essenziale, a una frase ripetuta di continuo, e il ritmo è quasi del tutto assente.

Hosianna Mantra capovolge il rapporto fra la musica rock e le sue ispirazioni, che in questo caso sono, tra l'altro, tutte fuori dal seminato: il folk indiano, il song rinascimentale, le suite barocche, la liturgia gregoriana. Hosianna Mantra è anche il capolavoro del rock religioso, infinitamente più geniale del raga-rock e delle pose naif di Santana e altri.

Accompagnato dal fido Daniel Fichelscher e da musicisti in continua rotazione, Fricke si imbarca poi nella trilogia mistica di Seligpreisung, Einsjager und Siebenjager e Das Hohelied Salomos, tutti tratti da libri sacri. La musica abbandona l'ascetismo radicale del capolavoro e adotta schemi di compromesso, conservando una sua austera semplicità.

Seligpreisung, con la formazione praticamente immutata, ma con Fricke al canto e Veit in primo piano, ha già perso molto di quel fascino. Einsjager und Siebenjager, praticamente in duo con la batteria e la chitarra di Fichelscher, segna un ulteriore passo indietro, e Das Hohelieds Salomos, che vede il ritorno in grande stile della soprano Yun, non trova nuovi sbocchi all'ispirazione un po' mummificata di Fricke.

E' Letzte Tage Letze Nachte, ancora in trio, a mutare finalmente direzione, cercando un suono più facile e ritmato, ma pur sempre lirico e maestoso. La monumentalità e il fascino arcano di queste suite si sposa alla perfezione con le esigenze del cinema. Non a caso, infatti, Fricke diventa un collaboratore fidato del regista Werner Herzog, per il quale comporrà diverse colonne sonore ("Aguirre", "Kaspar Hauser", "Coeur De Verre", "Nosferatu", "Fitzcarraldo", "Cobra Verde"). Le migliori sono forse Aguirre (in due parti) e Sohne Des Lichts (da "Nosferatu"), con le quali Fricke può proporsi come il Morricone dell'horror.

In seguito Fricke realizzerà opere un po' scialbe, in particolare Die Nacht Der Seele con Renate Knaup (ex Amon Duul) al canto. Tornerà all'ispirazione di Hosianna Mantra con le Tantric Songs, una raccolta di piccoli mantra da camera e di vignette melodiche alla Harold Budd (Listen He Who Ventures su tutte). La lunga Brothers Of Darkness ha il pregio di una "solarità" che mancava ai primi lavori, ma la sua cantabilità rimane un po' fine a se stessa, il ché è peraltro alla moda nell'era della new age.

Le suite di Agape Agape (sull'album eponimo) e Take The Tension High (su Spirit Of Peace) ben rappresentano una fase di transizione che sarà chiusa dal sound cinematico di City Raga, con Maya Rose al canto, Daniel Fischlscher alla chitarra e Guido Hyeronymus alle tastiere.

I Popol Vuh furono importanti per aver reagito al monumentalismo "cosmico" e "nero" del rock tedesco con opere di pura suggestione lirica, recuperando un far musica senza ritmo di origini ancestrali.

Fricke può vantarsi di aver spiegato a una generazione di musicisti (elettronici o meno) come trapiantare la sacralità antica nelle forme della musica popolare moderna utilizzando il rigore della musica classica.


Popol Vuh by Piero Scaruffi (from: New Age, Electronic and Ambient Music Enciclopedia) Translation: Manzo Liliana

Popol Vuh became a group at the end of sixties thanks to the figure of keyboard's player Florian Fricke, also interested in the cinema.

With their first record, Affenstunde, the group (in that period it was just a trio with Holger Trulzsch on the percussion and Frank Fiedler at the sinthetizer) was included among cosmic music of Tangerine Dream but they distinguished themselves by their remarkable spiritualism. That record was the first one made by a group of rock music using the big Moog (not the mini-Moog).

Their next work In Den Garten Pharaos signed a more radical division between their own music and the clichè of cosmic music. Title-track begins with an apocalyptical atmosphere, an emphatic organ and chorus overture such as King Crimson; but percussions, wich are less and less linear up to become a psychedelic effect of frenetic noises and the prolonging organistic "wall", made that endless swoon a supernatural experience. So doing Fricke blends epic chaos of A Saucerful Of Secrets (noisy percussions plus ghostly choir) with indian mantra ecstasy.

Having disowned "black" tribalism of teutonic rock, Vuh is a masterpiece of atmospheric and celestial spiritualism, it is quite similar to a grave and humble church music. It is a rustling noise, a no time electronic vocalism, a tabla whispering with paradisiac notes. This cerimonial goes slowly in a disquieting emptiness according to the millionary rhythm of universe. Fricke's music explores metaphysical dens towards the essence of things looking for the interior sounds of oriental guru.

The best exemple of this new expression has been given by the Hosianna Mantra mess. Fricke's liturgy gives up to the magniloquent electronic of Tangerine Dream and discovers a more intimal and closed tone where cosmic music is considered universal harmony instead of sketch of science fiction, a "fioretto francescano" instead of symphonic hurricane, just like catharsical human music. Fricke's acoustic mysticism approaches ancient and modern music obtaining right music to space catacombs.

Hosianna Mantra's miraculous balance between sacred and profane, liturgic and laic, future and past, is the first one in popular music history (nothing to compare with Electric Prunes mess). Fricke (piano) and his classical group (Conny Veit, guitar, Robert Eliscu, oboe, Fritz Sonnleiter, violin, Klaus Wiese, tamboura, and Djong Yun, soprano from Korea) create a dreaming and crystal atmosphere, weak and fading, perfumed and charming. This group can be considered a small ensemble of chamber music.

The emotional crackling of instruments and slow melodies contribute to the restoration of natural order, in the name of a revision which refuses violence as instrument of liberation and leads to a state of huge ecstasy.

Ah! intensive opening notes of piano seem to communicate at a distance with cembalo and violin so to build up a complete repeated scheme with infinitive variations. Kyrie is an oniric whispering and its struggle lirics plunge into a thin rain of tamboura, piano and oboe. Eponymus mantra is a nervous crescendo of heavenly chords fluctuating without cohesion and dominated by oboe's melodies. Oboe is the leading instrument of Abschied, with a sad melody well connected to Renaissance dance theme, executed in ralenti.

But Segnung and Nicht Noch Im Himmel go back to "freeform" accompainment because of soprano's humble chant, with more and more humble and lyric prayers (in particular the second one, the more celestial and oniric of the whole album), alternating sometimes the guitar. Melody is reduced to the essential, a phrase continually repeated, and rhythm is almost completely inexistent.

Hosianna Mantra overturns the link between rock music and its traditional ispirations, infact they can all found among Indian folk, Renaissance chant, Baroque suite, Gregorian liturgy. Hosianna Mantra is the masterpiece of religious rock too, infinitely more genial than raga rock and naif pose of Santana and others.

Accompanied by the devoted Daniel Fishelsher and by always different musicians, Fricke compose the mystic trilogy of Seligpreisung, Einsjager und Siebenjager and Das Hohelied Salomos, all extracted from sacred books. Having left the radical ascetism of the masterpiece, the music uses a compromise, but preserving its own semplicity.

Seligpreisung, with the same group of musicians, but with Fricke as singer and Veit in evidence, have already lost a lot of that charms. Einsjager und Siebenjager, in duo with Fichelscher's drum and guitar, represents a further step backward, and Das Hohelieds Salomos, with the great return of soprano Yun, does not find new ways to the mummified Fricke's inspiration.

Letzte Tage Letze Nachte, in trio again, finally changes direction, looking for a more easy and rhythmical sound, although lyric and maestoso. The monumentality and the arcane fascination of this suite link toghether to the requirements of cinema. Not by chance, Fricke becomes a devoted partner of director Werner Herzog, and composes many soundtracks for him ("Aguirre", "Kaspar Hauser", Coeur De Verre", "Nosferatu", "Fitzcarraldo", "Cobra Verde"). The best ones are Aguirre (in two parts) and Sohne Des Lichts (from "Nosferatu"). It's thanks to them that Fricke can be considered the Morricone of horror.

Later Fricke composes faint works, in particular Die Nacht Der Seele with Renate Knaup (ex Amon Duul) as singer. He comes back to Hosianna Mantra inspiration with the Tantric Songs, a collection of small chamber mantra and melodic sketches such as Harold Budd style (Listen He Who Ventures). The long Brothers Of Darkness has got a kind of unique brightness thas is not evident in the first works, although its singing is sterile, according to a new tendency in the new age era.

Agape Agape suite (on the eponymous album) and Take The Tension High (on Spirit Of Peace) represent a period of transition ending with kinematical sound of City Raga, with Maya Rose as singer, Daniel Fischlscher at the guitar and Guido Hyeronymus at the keyboards.

Popol Vuh was important for having reacted to the "black" and "cosmic" monumentalism of german rock works of mere lyric suggestion, recovering so a way of making music without the rhythm and of ancestral origin.

Fricke was the first one to show to a whole musician's generation (electronics or not) how to transfer ancient sacrality into modern popular music using the rigour of classical music.


Affenstunde (Liberty, 1970) ***

In Den Garten Pharaos (Pilz, 1971) ****

Hosianna Mantra (Pilz, 1972) *****

Seligpreisung (Kosmische Kouriere, 1973) ***

Aguirre (Ohr, 1974) ** colonna sonora

riedito con Pharaos (Celestial Harmonies, 1981)

Einsjager & Siebenjager (Kosmische Musik, 1974) **

Das Hohelieds Salomons (UA, 1975) *

Letze Tage Letze Nachte (UA, 1976) *

Coeur De Verre (Egg, 1977) * colonna sonora

Bruder Des Schattens (Brain, 1978) o Nosferatu (Egg, 1978) ** colonna sonora

Die Nacht Der Seele (Brain, 1979) *

Sei Stille (Innovative Communications, 1981) *

Tantric Songs (Celestial Harmonies, 1981) ***

riedito con Hosianna Mantra (Celestial Harmonies, 1981)

Agape Agape (#, 1983) *

Spirit Of Peace (Base, 1987) *

For You And Me (Milan, 1991) *

Best (Milan, 1993) * antologia

Sing For Song Drives Away The Wolves (Milan, 1993) *

remix di Einsjager und Siebenjager e di Coeur De Verre

City Raga (Milan, 1995) *


Piero Scaruffi è laureato in Matematica con indirizzo di Fisica Teorica. Dal 1983 risiede in California ed è cittadino Americano. Conduce carriere parallele di ricerca scientifica, software, poesia, viaggi, musica, letteratura e cinema.
Come scienziato si occupa di intelligenza artificiale, di scienza cognitiva, di teorie formali della mente. Ha compiuto ricerca e insegnato, fra l'altro, alll'Università di Harvard (1984), all'Università' di Stanford (1995-96), all'Università di Berkeley (1997). Per diversi anni ha gestito il Centro di Intelligenza Artificiale dell'Olivetti a Cupertino, in California. Ha scritto tre libri su questi temi.
Svolge attività di consulenza nel campo dell'Internet, dell'Intelligenza Artificiale dell'Object Orientation.
Come poeta, è stato segnalato/premiato a diversi premi nazionali e ha pubblicato due volumi di liriche, "L'Ultimo" (Il Salice, 1991) e "Dialogo degli Amanti" (Lacaita, 1998). E' stato membro di Modern Poetry. Come critico musicale, ha collaborato a (negli USA) Option, CD Review, Sound Choice e I/E e (in Italia) a Rockerilla, Blow Up e New Sounds, e ha pubblicato diversi libri.
Su Logos ha svolto attività di critica letteraria, recensendo novità' editoriali statunitensi e pubblicando a puntate una "Introduzione al Romanzo Contemporaneo Americano" (1989). Articoli di critica cinematografica sono usciti (in Italia) su Logos e su Rockerilla.
Nel 1996 è uscito per Feltrinelli un libro sull'America, "Il Terzo Secolo", che è entrato nella classifica dei best-seller de La Stampa.
I resoconti di alcuni suoi viaggi di esplorazione sono stati riportati da diverse guide turistiche e sono oggetto di articoli sulla rivista Nuova Era.

 

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